Pino Malerba
Giuseppe Malerba (Bitonto, 1974) è un artista italiano la cui pratica si articola attraverso una pluralità di linguaggi espressivi, spaziando dalla pittura alla fotografia, dall’installazione alla performance. La sua cifra distintiva risiede in un talento innato e senza tempo, sbocciato in un percorso artistico del tutto autodidatta e spontaneo, lontano dalle rigide formalità accademiche con le quali è entrato in contatto durante il suo percorso solo marginalmente. Fondamentale per la sua formazione è stata l’esperienza come mimo e artista di strada, che lo ha portato a viaggiare intensamente per l’Europa, assorbendo culture e stimoli diversi e affinando una profonda capacità di osservazione e interazione con il pubblico, sviluppando un linguaggio espressivo universale. Questa libertà creativa ha nutrito il suo approccio concettuale, dove la materia diventa veicolo di significato e memoria. Malerba è riconosciuto per la sua abilità nel trasformare materiali apparentemente umili, spesso recuperati dal loro contesto d’uso originale, in opere cariche di storia e simbolismo. Ne è un esempio paradigmatico l’opera “Vite Veritas”, dove un panno tradizionalmente impiegato per la raccolta delle olive diventa il supporto per un’installazione complessa. Su questo telo “vissuto”, l’artista interviene con colori ad olio per dipingere una vite vibrante, arricchendola con la preziosa foglia oro, filo di canapa e campanelli in bronzo. Questa scelta non è meramente estetica, ma profonda e concettuale, un omaggio al lavoro manuale, alle tradizioni e alla “verità” intrinseca legata alla terra.
VITE VERITAS
DESCRIZIONE DELL’OPERA
Il panno non è più un semplice supporto neutro, ma un oggetto “vissuto”, intriso del sudore, delle fatiche e delle gioie del lavoro agricolo. Questo aggiunge una dimensione narrativa all’opera: il telo porta con sé le storie di generazioni di uomini, il profumo della terra e delle olive, il ricordo delle stagioni. La “vite” dipinta su questo panno non è solo una vite generica, ma una “vite” che affonda le sue radici metaforiche nella storia e nella cultura del luogo. Si crea un affascinante contrasto tra la “povertà” o la semplicità del materiale di base (il telo da raccolta), che è funzionale e legato alla terra, e la nobiltà dei materiali artistici e simbolici applicati: i colori ad olio, la preziosa foglia oro e i campanelli in bronzo. Questo dialogo tra “sacro” e “profano”, tra il quotidiano e l’artistico, è potente. L’arte eleva e trasforma un oggetto umile in qualcosa di sublime, pur mantenendone intatta la memoria e la dignità originale.
“Vite Veritas”, con l’uso di questi materiali vibranti, scelti con cura, si configura come un’opera che non è solo da guardare, ma da esperire in una dimensione più profonda, invitando alla contemplazione della bellezza, della natura e dei concetti universali che essa incarna.
